ALCUNE CIFRE sugli SPRECHI ALIMENTARI
Lo spreco alimentare è un inaccettabile paradosso del nostro tempo: infatti se da un lato vi è la necessità nei prossimi anni di incrementare la produzione alimentate del 60-70% per nutrire una popolazione sempre crescente, dall’altro nel mondo si spreca oltre un terzo del cibo prodotto, di cui l’80% sarebbe ancora consumabile.
Lo spreco alimentare è tanto più illogico quanto più aumentano la produzione di rifiuti e la crisi ambientale nonché l’impoverimento e la denutrizione (oltre 1 miliardo di persone attualmente).
Se fosse infatti possibile recuperare gli sprechi questi sfamerebbero 2 miliardi di persone al mondo. Gli sprechi riguardano tutti i passaggi che portano gli alimenti dal campo alla tavola e colpiscono indistintamente tutti i Paesi. L’Unione europea con 180 kg pro-capite e l’Italia con 149 kg pro-capite risultano sopra la media dei paesi sviluppati.
Nel nostro Paese, gli sprechi a livello domestico sono i più rilevanti, il 42% del totale, e costano oltre 25 euro al mese a famiglia. Infine un cibo che non nutre nessuno non solo è inutile, ma è anche dannoso.
Con il cibo buttato vengono, infatti, sprecati anche la terra, l’acqua, i fertilizzanti- senza contare le emissioni di gas serra – che sono stati necessari per la sua produzione e l’ambiente è stato quindi inquinato, sfruttato o alterato invano. Ridurre lo spreco di cibo significa anche salvare il Pianeta.
La crescita della popolazione umana ed i cambiamenti nei livelli di consumo previsti, associati all’incremento dell’urbanizzazione, conducono la FAO a stimare che il fabbisogno alimentare previsto per il 2050 richiederebbe un aumento nella produzione agricola del 70%. Eppure, si potrebbero coprire i 3/5 di tale aumento necessario nella produzione alimentare semplicemente smettendo di sprecare cibo! Ad oggi infatti, le perdite post-raccolto ammontano al 14% della produzione agricola totale, mentre un altro 15% è perso in fase di distribuzione e sotto forma di rifiuti domestici
Combattere lo spreco alimentare e le sue conseguenze ambientali è una delle nostre missioni: in molti casi sono sufficienti semplici azioni da parte di singoli cittadini, produttori, rivenditori, ristoratori e imprese per contribuire a raggiungere la sicurezza alimentare e una migliore sostenibilità ambientale.